17. Necropoli Etrusca

La città di Visentium, situata nei pressi dell’attuale Capodimonte, si distingue per la vastità della sua necropoli, che si estende per circa 5,5 km lungo il territorio, con sepolture distribuite in diverse località. Le tombe riflettono la complessa stratificazione sociale e culturale della popolazione, con pratiche funerarie che variavano dell’incinerazione all’inumazione a seconda delle epoche e del rango sociale. Le tombe a incinerazione più antiche, risalenti all’epoca villanoviana, erano spesso accompagnate da urne cinerarie a forma di capanna, mentre le tombe a inumazione successivamente diffuse erano caratterizzate da cassoni in tufo. Alcune tombe a camera, ricavate nella scogliera tufacea, appartenevano alle famiglie più abbienti e contenevano preziosi corredi funerari.

Gli oggetti ritrovati durante gli scavi, tra cui ceramiche, bronzi, gioielli e armi, testimoniano l’alto livello di artigianato raggiunto dalla città, in particolare nella lavorazione del bronzo e nella fusione di oggetti d’uso e ornamento. Tra i reperti più pregiati spiccano buccheri, ceramiche tardo-geometriche e manufatti in metallo prezioso, che riflettono contatti culturali e commerciali con altre aree del Mediterraneo, come Vulci e Tarquinia. La presenza di gioielli d’oro, scarabei egittizzanti e una rara protesi dentaria in oro sottolineano il grado di ricchezza e innovazione della società visentina. Nel tempo, tuttavia, il sito è stato devastato da attività clandestine di scavi e dall’aratura profonda, che hanno compromesso parte del patrimonio archeologico. Ciononostante, le ricerche proseguono, rivelando sempre più dettagli sulla complessa storia e cultura di Visentium.

È del 2024 la recente scoperta di una serie di tombe in località Bucacce, grazie al lavoro degli archeologi impegnati nel “The Bisenzio Project”, un progetto internazionale e transdisciplinare ideato e diretto da Andrea Babbi, ricercatore dell’Istituto di scienze del patrimonio culturale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ispc). Gli esperti hanno trovato una porzione di un nucleo sepolcrale scampato al saccheggio dei cosiddetti tombaroli. Attraverso l’intensa attività di ricerca iniziata nel 2015 e supportata dalla Fritz Thyssen Stiftung, gli studiosi stanno tracciando un quadro interpretativo inedito del sito archeologico di Bisenzio, che corrisponde all’incirca al monte omonimo, situato sulla sponda sud-occidentale del Lago di Bolsena, il lago vulcanico più grande d’Europa.