13. La Cascina

Il grande edificio, situato nell’omonima via, risale al XVII secolo ed era originariamente adibito a scuderia della “Cavalleria Farnesiana”. Esternamente è caratterizzato dalla presenza di robusti contrafforti e da una scalinata frontale, sorretta da tre archi a tutto sesto, utilizzata per far salire i cavalli fino al piano superiore, dove venivano depositate le staje di grano.

L’edificio è composto da due piani: al piano terra si trovavano le scuderie, separate da un corridoio centrale, mentre il piano superiore era utilizzato come granaio e deposito per olio, vino, formaggi e altri prodotti alimentari, che venivano successivamente trasportati a Roma o nel Ducato di Parma e Piacenza. Il vasto e fertile territorio del Ducato di Castro e della Contea di Ronciglione era infatti chiamato “il granaio di Roma” e riforniva costantemente la corte farnesiana, subendo un crescente sfruttamento finanziario da parte della Camera Ducale Parmense.

Il termine “cascina”, legato alla cultura dell’Italia settentrionale, è probabilmente connesso all’ampliamento dell’edificio, avvenuto quando i Farnese si trasferirono al nord con il Ducato, nella metà del XVI secolo. Dopo un lungo periodo di abbandono, nel 2000 il Comune ha avviato un intervento di restauro, tuttora in corso, per destinare il grande edificio a iniziative culturali (mostre, convegni, concerti, mercatini, letture), ospitate nella grande sala al piano terra, e a piccoli appartamenti da assegnare come alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica. È prevista anche la nuova collocazione della biblioteca comunale.

Tra gli eventi più importanti ospitati nella Cascina, la mostra-mercato del ricamo “Il gioco dei fili”, promossa ogni anno dalla scuola comunale “L’ago di Capodimonte”, è ormai diventata un appuntamento fisso dell’estate capodimontana.