6. Palazzo Borghese oggi Sede Comunale

L’edificio è oggi sede del municipio. La sua costruzione risale al 1760 per volere del principe Marcantonio Borghese, uomo di grande cultura, che lo utilizzò come residenza estiva per la sua famiglia. Successivamente, nel 1894, il Palazzo “Manetti” (così chiamato dal nome del nuovo proprietario) fu acquistato per ospitare gli uffici comunali, le scuole e le abitazioni di alcuni impiegati. Fino al secolo scorso, l’edificio ha ospitato la scuola elementare del paese, prima di essere destinato all’uso esclusivo del Comune.

In tempi più recenti, il palazzo ha subito ampliamenti. È costituito da tre piani, accessibili da due portoni principali posti sulla piazza e uno secondario su Via della Gavettona. Le finestre offrono suggestive vedute del lago, mentre dalla sala consiliare si può godere di uno splendido panorama, ideale per la celebrazione dei matrimoni.

Sulla facciata del municipio è presente una lapide marmorea in ricordo dei caduti e dispersi delle guerre. Lo stemma comunale richiama l’origine del nome di Capodimonte: “castrum” con le mura fortificate a forma di corona, “capitis” con la figura femminile centrale, e “montis” con il monte simboleggiato in basso.

Accanto al palazzo comunale, sulla sinistra, si trova un complesso architettonico più basso, originariamente di proprietà dei Farnese e appartenente alla Rocca: le scuderie. L’edificio, restaurato e con una nuova destinazione d’uso, conserva sulla parte alta della parete sinistra esterna, sotto la Torre dell’Orologio, l’insegna araldica della famiglia Farnese. Questo bassorilievo in travertino raffigura tutti i simboli della casata: l’elmo con il cimiero a forma di unicorno, il cercine attorcigliato, il cimiero piumato con foglie d’acanto e lo scudo con i gigli.

L’elmo e i gigli rappresentavano il valore militare dei Farnese, abili condottieri al servizio di nobili e papi. L’unicorno, simbolo medievale di potenza e purezza, si diceva avesse il potere di purificare le acque avvelenate. Il velo svolazzante sul collo dell’unicorno, secondo la leggenda, fu donato da una Regina di Napoli a un membro della famiglia Farnese per essersi distinto in battaglia.